Ebbene sì, l’ho
detto e lo ribadisco! Ogni anno arriva, inesorabile, come Capodanno, San
Valentino, Ferragosto... quelle occasioni che, anche se le odi, volente o
nolente, le devi subire. Senza poterci fare nulla. Solo stringendo i denti e
aspettando che passi. Ma ogni anno sempre peggio: di giorno un traffico
infernale e di sera… la calata dei barbari. E i poveri milanesi a subire l’orrore.
E allora diciamolo, urliamolo come il buon Rag. Fantozzi, obbligato ad
assistere per l’ennesima volta alla terrificante proiezione de La corazzata : La Design
Week … è una cagata pazzesca!
Sono molteplici le
motivazioni che mi fanno sostenere questa tesi, probabilmente controcorrente (ma
me ne frego), e vado sinteticamente ad illustrarvele:
Design? Ma quale design! – Il Salone Internazionale del Mobile, perché così si chiama, “nasce nel 1961 con l'intento di promuovere le
esportazioni italiane di mobili e complementi”. Così recita il
sito. Insomma una longa manus dei mobilifici brianzoli che si estende su
territorio urbano. Ma fin qui, nulla da dire. Pregevole iniziativa. Ma la vera
iattura è un’altra: il FuoriSalone.
Edizione dopo edizione, come un immondo Leviatano, si allarga, si ingigantisce,
porta con sé nefandezze, fino a che non riuscirà ad inghiottire tutto e tutti. Perché
diciamocelo sinceramente: ma l’avete mai fatto un giro in via Tortona e
dintorni? Il gusto è assolutamente soggettivo, ma il 95% degli obbrobri in esposizione
sarebbero design?! Secondo me si chiamano in un altro modo, cagate appunto. A
12 anni avevo fatto una deliziosa statua del mio cane, dipinta a mano. Mia
madre la custodisce ancora gelosamente. Devo pensare di portarla al FuoriSalone.
Sia mai che sono un genio incompreso (perfino a me stessa) dell’arte
contemporanea.
La calata dei barbari – Siamo alle solite. Alla totale assenza di
decenza. Non paghi del dubbio gusto dei molti sedicenti designer, a turbare la
quiete, giungono torme infernali di buzzurri che approfittano dell’occasione per
mangiare a ufo. Ora io dico, ma perché accalcarsi in qualche mostruoso
evento, tra vippuncoli da quattro soldi, hipster schizzinosi e poveracci che
tentano di emularli per darsi un contegno mentre in realtà bramano solo un
aperitivo gratis e qualche tartina spolverata di bava e forfora degli astanti?
Ecco, non so a quale delle tre categorie umane distribuirei il maggior numero
di legnate sul cranio.
Anzi avrei un’idea migliore. Vi racconto un aneddoto. Qualche anno
fa, ancora innocente e ignara dell’orrore che mi attendeva, vengo trascinata
dopocena in via Tortona. Io non possiedo parole per descrivere lo scempio.
Giovinastri malandati, avvinazzati e scarsamente amanti del sapone, formavano
un unico grumo di umanità male in arnese che gozzovigliava per la strada. Ricordo
che, nel tempo che ho impiegato ad attraversare quella marmaglia, ho provato
pietà per i poveretti che si trovavano ad abitare nei palazzi lungo la via. Impossibile
entrare o uscire da casa propria. Accerchiati dalla bruttezza. E allora ho
pensato cosa avrei fatto io in quelle misere condizioni. Credo esista un’unica
soluzione, quella antica ma sempre efficace: la pece bollente. Secchiate dalla
finestra e la pace torna in men che non si dica!
Vi invito, per ulteriore chiarezza (o per irritarvi ancor di più),
a leggere questo bellissimo post pubblicato da Grazia.it per comprendere meglio il desolato
genere umano che popola Milano in questi giorni di sventura.
Per quanto riguarda me ed il mio weekend, non intendo mettere naso
fuori di casa fino a che l’assedio non sarà concluso. Approfitterò del bel
tempo per ripulire il terrazzo su cui, in mia assenza, la verzura ha preso il
sopravvento.
P.S. Unica nota positiva: Musei Civici gratuiti fino a domenica.
Quasi quasi ci scappa un salto al Museo del Novecento...
Resistete fino a lunedì!
Vi bacio
SS
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